A volte ritornano...ma non molliamo

A volte ritornano...ma non molliamo

Ovvero Assicurazioni Vs Resto del Mondo.
Oggi vi proponiamo il racconto di un giovane artigiano del nostro gruppo che sta seguendo da vicino una spinosa vicenda d' attualità: 



In questi giorni è in corso una vera lotta sindacale a difesa di una delle figure professionali ed artigianali che tutto il mondo ci invidia, il Carrozziere.

Tutto è cominciato qualche anno fa, esattamente nel 2007 con l’approvazione del famoso decreto
“Bersani” in materia di assicurazioni, vennero inseriti alcuni passaggi in cui, in caso di sinistro,
si permetteva alle società di assicurazione di indirizzare le vetture coinvolte presso le proprie
carrozzerie convenzionate; già allora ci fu una forte mobilitazione delle associazioni di categoria
e gli articoli in questione vennero modificati, permettendo il ritorno alla libera scelta da parte
dell’utente.
Sempre dietro spinta delle compagnie assicurative tale rischio si è ripresentato a cavallo degli anni
2012-2013, durante il periodo di permanenza del governo “Monti”, i nuovi decreti prevedevano
una teorica libertà di scelta dell’utente, ma di fatto impedivano di rivolgersi alle carrozzerie non
convenzionate, prevedendo una decurtazione del 30% dell’importo risarcito.
Passano pochi mesi ed arriviamo ai giorni nostri, nel frattempo abbiamo un nuovo governo
(quindi apparentemente non a conoscenza di quanto successo prima), e le compagnie assicurative
decidono di riprovarci; questa volta attaccando i due punti cardine che fanno si che in Italia, come
nel resto d’Europa, esista la libertà di scelta per l’utente.
L’obbiettivo è quello di eliminare il diritto al risarcimento economico del danno subito
sostituendolo con il risarcimento in forma specifica ed abrogare il diritto alla cessione del credito,
legalizzando una clausola contrattuale che ne può vietare l’utilizzo dietro la promessa di un piccolo
sconto in polizza.

Come funziona il risarcimento in forma specifica?

Fino ad ora, in caso di incidente automobilistico, è un nostro diritto quello di rivolgerci ad un
carrozziere di fiducia, che magari già conosciamo sia dal punto di vista qualitativo, che di efficienza
e sicurezza, e di ottenere, previo perizia da parte della società di assicurazione, il rimborso
economico del danno.
Con il risarcimento in forma specifica, l’assicurazione avrebbe il diritto di indirizzarci verso le
carrozzerie a lei convenzionate, quindi di non rimborsarci il danno, ma di ripararci la vettura a sue
spese (ovviamente in caso di danno non superiore alla valutazione del veicolo).
Se noi volessimo avvalerci della libertà di scelta l’importo risarcito non potrebbe comunque
superare quanto sostenuto dalla compagnia in caso di riparazione.
Ad una prima occhiata sembrerebbe tutto semplice e condivisibile, se non fosse per il fatto che le
assicurazioni già ora riconoscono ai propri convenzionati delle tariffe di manodopera bassissime,
al limite della sostenibilità economica, ed in alcuni casi si riservano la possibilità di fornire loro i
ricambi (ovviamente non originali).
Proviamo ora ad immaginarci se tutto il mercato delle riparazioni in seguito ad incidenti stradali,
che ormai è ricopre la maggior parte del lavoro dei carrozzieri, finisse nelle loro mani: le tariffe
calerebbero ulteriormente, rendendo impossibile il diritto alla scelta, costringendo i non
convenzionati alla chiusura ed obbligando i pochi rimasti ai più disparati espedienti, in cerca di
quella marginalità che ne possa permettere la sopravvivenza, anche a discapito della qualità delle
riparazioni.
Anche i casi di concorso di colpa potrebbero dare adito a dubbi ed incertezza sui costi da
sostenere a carico dei proprietari delle vetture.

Cosa si intende con cessione del credito? 

La cessione del credito è quel diritto che permette ai danneggiati di cedere i proprio credito nei
confronti dell’assicurazione al carrozziere di fiducia.
Sarà il carrozziere ad incassare il saldo direttamente dalla compagnia, dietro la presentazione di
regolare fattura, sollevando così cliente dall’estenuante trattativa con la compagnia, ed anche
dagli eventuali ritardi nel pagamento.
Le compagnie di assicurazione vengono comunque tutelate, perché le carrozzerie per evitare
contestazioni si devono attenere ai tempari ufficiali di ANIA, alle tariffe di manodopera depositate
presso la C.C.I.A.A. ed ai ricambi individuati in perizia.
Già in passato qualcuno aveva provato ad inserire clausole che impedivano l’uso di tale strumento,
ma numerose sentenze della Corte di Cassazione ne hanno stabilito la sua inefficacia.
Altro punto contestato dalle associazioni di categoria, è quello relativo alla cosiddetta scatola nera,
strumento molto utile ai fini della verifica delle condizioni in cui si verificano i sinistri, e quindi
ben accetto anche dai rappresentanti delle carrozzerie, ma viene richiesto che tali sistemi non
vengano utilizzati per localizzare i veicoli coinvolti negli incidenti e trasportarli direttamente presso
le officine facenti parte della rete convenzionata con le assicurazioni.
Tutte queste modifiche sono state volute dalle compagnie in seguito alla promessa di sconti
in polizza per gli automobilisti, e quindi un giusto vantaggio per tutti i cittadini dotati di
un’automobile, ma i dati in nostro possesso dimostrano che dagli anni novanta ad oggi, i costi delle
polizze sono aumentati del 245% mentre i sinistri (e dunque i risarcimenti) sono calati del 40%.
Inoltre le frodi assicurative – fenomeno illegale che bisogna contrastare senza tregua - in Italia sono
la metà di quelle della media europea (3%), mentre il prezzo medio delle polizze è il doppio rispetto
alla media europea, quindi tutte le motivazioni addotte per gli aumenti e gli alti costi assicurativi che
devono sostenere i nostri automobilisti sono palesemente falsi.

In un mercato oligopolistico come quello delle assicurazioni RCA in Italia, gli eventuali sconti promessi sarebbero dunque facilmente assorbibili da tariffe non vincolate e controllabili.
In relazione al costo dei sinistri è opportuno evidenziare che si tratta di un problema oggettivo
nel nostro Paese, per la cui risoluzione è necessario procedere all’analisi della composizione delle
principali voci che mediamente formano il costo del sinistro stesso.
Secondo dati e statistiche ufficiali oramai consolidate, che provengono anche dal mondo assicurativo, fatto 100 il costo medio complessivo di un sinistro, il 65% è imputabile ai risarcimenti per il danno fisico, il 25% serve a coprire alcuni costi fissi e indiretti delle compagnie (non collegabili ai singoli sinistri) e solo il 10% copre il puro costo della riparazione.
Quest’ultimo, per il 60% è imputabile al prezzo dei ricambi (molto costosi in Italia), mentre solo il restante 40% riguarda la manodopera delle carrozzerie. Pertanto, se l’obiettivo è quello di ridurre i costi dei sinistri, nel tentativo di perseguire una riduzione dei premi assicurativi,occorre attuare una strategia ed un piano di azione coerenti con la composizione di tali costi, evitando ipotesi che danneggiano la concorrenza nel mercato della riparazione e negano la libera scelta dell’assicurato.

Perché il sottotitolo è “Assicurazioni VS resto del mondo”?

Perché nel decreto “Destinazione Italia” non sono stati inseriti solamente gli articoli che riguardano
la riparazione degli automezzi coinvolti negli incidenti stradali, ma anche altri che riguardano tutta
la gestione dei sinistri da circolazione stradale, che modificano tutte le procedure, diritti e doveri di
utenti ed assicurazioni.
Questi però non rientrano nei campi di competenza delle nostre associazioni di categoria ma
coinvolgono le associazioni dei consumatori, dei legali e delle stesse compagnie di assicurazione.

Cosa è stato fatto?

Visti i precedenti, con Confartigianato Nazionale ci siamo mossi con largo anticipo: sono state presentate osservazioni durante le riunioni delle Commissioni mentre come Confartigianato Bergamo, stiamo seguendo gli sviluppi da qualche mese ed il Presidente in prima persona se ne è interessato già dal mese di dicembre, tutto questo ha portato alla convocazione degli onorevoli bergamaschi e della stampa presso la sede di Via Torretta il 17 gennaio, abbiamo colto l’occasione per illustrare le tragiche prospettive derivanti dall' eventuale conversione in legge degli articoli contenuti nel decreto ed anche per fornire loro alcune cifre a sostegno delle nostre tesi.
Non è mancato nemmeno un richiamo da parte del nostro presidente all’attenzione verso gli
artigiani, ricordando ai politici che:
le porte dell’associazione sono sempre aperte e che i nostri tesserati ed i nostri contributi, non esistono solamente nel periodo pre-elettorale.
A parole si sono dimostrati tutti disponibili....
staremo a vedere, noi non molliamo.